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Food Delivery e Take Away: qual è il giusto compromesso tra sicurezza e convenienza

Food Delivery e Take Away: qual è il giusto compromesso tra sicurezza e convenienza

Affidarsi alle soluzioni di asporto e delivery sembra essere ormai l’unica alternativa per quelle attività di ristorazione che vogliono continuare ad offrire i propri servizi nonostante l’emergenza Covid-19. Farlo in maniera tale da preservare guadagno e sicurezza non è semplice, ma nemmeno impossibile.

 

Partiamo dal Food Delivery, servizio che offre la possibilità di recapitare il tuo ordine direttamente a casa. Il Food Delivery andrebbe visto da due punti di vista: quello di chi vende e quello di chi acquista. Per chi vende è la possibilità di consegnare a domicilio, in un raggio più o meno esteso, il proprio prodotto (pizza, sushi, piatti del ristorante scelti dal menù). Per chi acquista è l’opportunità di ricevere a casa, in tempi ragionevoli, la propria cena o il proprio pranzo senza dover recarsi al ristorante. In entrambi i casi si tratta di una grande opportunità: il ristoratore può implementare la propria attività anche nei confronti di un’altra fetta di consumatori; il cliente può godere di un’esperienza di ristorazione anche restando comodamente a casa e senza la necessità di cucinare.

 

Dai dati della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE), nel 2018 il 30,2% degli italiani ha avuto occasione di ordinare online il pranzo o la cena da piattaforme di food delivery; a causa dell’emergenza da Covid-19, la percentuale ha registrato un’impennata e sembra che continuerà a farlo anche dopo la pandemia. E’ di facile intuito arrivare alla conclusione che questo fenomeno non può più non essere considerato da tutti quelli che lavorano nel settore della ristorazione. Velocità e comodità sono le due variabili che hanno garantito al Delivery un immediato successo sul fronte del mercato: questo servizio dà la possibilità di ordinare in tempi brevi tramite app, scegliere l’orario di consegna e pagare online, rendendo rapido tutto il processo. Ma attenzione alle differenze! Esistono due grandi tipologie di servizio di food delivery: da una parte si trovano le piattaforme on line che si occupano della consegna, dall’altra i network di ristoranti. Nel primo gruppo fanno parte quelle realtà che operano con mezzi e personale propri, prelevano l’ordine dal ristorante e lo consegnano direttamente al cliente. Nel secondo gruppo ci sono le piattaforme intermediarie, ossia le piattaforme che danno visibilità a ristoranti, ma poi sono i ristoratori stessi ad occuparsi autonomamente della consegna del cibo e non il portale.

Per qualunque delle due soluzione ci si avvalga, il Decreto prevede norme precauzionali specifiche sulla possibilità di fare delivery:

  • I ristoratori devono mettere a disposizione del personale tutto quanto serve per operare in maniera igienica, e soprattutto mantenere la distanza di un metro nello svolgimento di tutte le attività.
  • Il cibo deve essere chiuso in apposite confezioni con adesivi, graffette o altro per assicurare la massima protezione. Il cibo così preparato deve essere riposto in zaini termici o nei con contenitori da trasporto sempre puliti e igienizzati.
  • La consegna deve avvenire tenendo conto della distanza prevista senza contatto diretto con il cliente.

 

 

Una soluzione sicuramente comoda per il ristoratore, è quella di appoggiarsi ad una delle piattaforme presenti sul mercato, già adibita al rispetto delle norme vigenti: il cliente ordina, il ristoratore cucina e prepara le confezioni, il rider consegna e il pagamento avviene attraverso la suddetta piattaforma. Il punto però è che le commissioni delle società di delivery ormai oscillano dal 20 al 30%, l’iva è del 22%. Poi c’è la commissione del pagamento elettronico.

 

Perché allora non provare ad abbattere alcuni costi fissi e trovare il giusto compromesso tra sicurezza e convenienza? Se infatti un ristoratore si organizza può fare delivery in proprio, senza appoggiarsi ad una piattaforma. Bisogna però adeguare il processo produttivo a norme che prevedono:

  • Un piano HACCP specifico;
  • Possibilmente una documentazione via mail dell’ordine del cliente;
  • Un trasporto del cibo in totale sicurezza;
  • Una tracciabilità del pagamento.

 

n questo caso c’è bisogno solo di affidarsi a chi, come Dishup, può darti la possibilità di digitalizzare il tuo menù e realizzare un gestionale ad hoc per il servizio di delivery.

 

Stesso vale per l’asporto, ovvero la possibilità di preparare gli ordini all’interno del proprio ristorante e aspettare che il cliente passi a ritirarli, opportunamente confezionati e consegnati secondo norma. Anche in questo caso, ci si può avvalere di piattaforme già conosciute scegliendo di pagare le commissioni, oppure soprassedere ai costi fissi e affidarsi ad applicazioni che sono in grado di integrare, insieme ad altri servizi digitali, anche la sezione dell’asporto.

 

Il team di Dishup è sempre a supporto dei ristoratori realizzando soluzioni tecnologiche accessibili ed efficaci. Per questo motivo è sempre in continuo aggiornamento e lavora ogni giorno per offrire nuovi servizi volti al soddisfacimento dei bisogni di un settore fortemente penalizzato, ma di cui non vogliamo e non dobbiamo fare a meno.

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